VQR: le proposte della Rete29Aprile elaborate in seguito all’incontro di Napoli. Occorre un sistema di valutazione condiviso, e, mentre lo si realizza, servono immediatamente almeno 390 Mil€ da vincolare al reclutamento, al diritto allo studio, al finanziamento della ricerca, al riallineamento dei Fondi di Finanziamento Ordinario degli Atenei in modo da supportare le attività di base e consentire una pianificazione, con risorse certe per un triennio; occorre un riallineamento in 6 anni del sistema di classi/scatti. Per tutto  questo, è importante che la comunità scientifica, per una volta, non subisca passivamente i deliri burocratizzanti che le vengono imposti allo scopo di legittimare continui tagli.

Incontro del 5 febbraio 2016 sullo stato e le prospettive della mobilitazione VQR

promosso dal nodo di Napoli della Rete29Aprile, con la partecipazione del Coordinamento Nazionale della R29A

L’Assemblea, riunita per discutere della protesta nazionale in corso che riguarda l’attuale sistema di Valutazione della Qualità della Ricerca (VQR),

PREMESSO CHE:

* la condivisione di principio dell’utilità della valutazione non è in discussione. Questa, del resto, caratterizza l’attività di chi fa ricerca e didattica universitaria: in questo campo, infatti, si è continuamente valutati, dal concorso di dottorato a quelli di ingresso in ruolo e progressione, dalla pubblicazione dei lavori scientifici alla didattica. Le valutazioni sono anzi da sempre una spinta verso il miglioramento individuale e di sistema, se adeguatamente finalizzate e condivise;

* la valutazione non è “neutra”, ma caratterizzata dagli obiettivi che si pone. La VQR attuale, però – e chi è chiamato ad operare per un sapere libero non può sottacerlo – non risponde ad obiettivi di miglioramento del sistema, ma si configura come un dispositivo finalizzato solamente a dare una parvenza di logica pseudo-meriocratico/scientifica alla scelta, invece interamente politica nel senso pieno del termine, di frammentare e contrarre il sistema italiano dell’università e della ricerca. Peraltro, il precedente esercizio, nonostante adotti procedure costosissime, estremamente complesse e mai applicate in altra parte del mondo, non è mai stato oggetto di verifica e validazione da parte della comunità scientifica, come sarebbe d’uso per qualsiasi procedura “sperimentale”, mantenendo così enormi e gravissime criticità, tra cui:

  • criteri formulati ex post e non scientificamente fondati,

  • promozione dei campi di ricerca mainstream e scoraggiamento delle ricerche interdisciplinari e di frontiera,

  • disincentivazione della collaborazione tra persone, dipartimenti e atenei,

  • mancanza di criteri chiari e di responsabiliità dei valutatori,

  • ininfluenza delle condizioni di partenza, come investimenti, dotazioni di ricerca, contesto storico e geografico,

  • negazione dell’apporto di ricercatrici e ricercatori precari/e,

  • circolo vizioso che conduce a una polarizzazione estrema del sistema, applicando la maggior parte dei tagli, che si intensificano di esercizio in esercizio, sui poli più deboli,

  • rinuncia a scoraggiare attività fraudolente come il plagio;

* le politiche degli ultimi 15 anni stanno portando a un sistema universitario nel quale sia strutturale un sempre maggiore sfruttamento del precariato e uno svuotamento del dettato costituzionale che garantisce il diritto allo studio, nonché uno svilimento del ruolo e della funzione degli universitari, di cui il trattamento stipendiale – in particolare se confrontato con gli altri settori non contrattualizzati del pubblico impiego – è un elemento rivelatore;

 

CHIEDE

* che si apra al più presto con la comunità universitaria una revisione della precedente VQR per verificarne scientificamente l’esito e proporre correttivi condivisi dalla comunità scientifica;

* che venga reso noto l’FFO 2016 e almeno una componente stabile per gli anni 2017 e 2018, per permettere un livello, seppur minimo, di pianificazione;

* che l’FFO 2016 sia basato su quello 2015, ma modificato in modo tale da ripianare le perdite degli atenei che si sono visti sottrarre risorse a causa della VQR (circa 75 M€ in totale) e da introdurre correttivi al costo standard che tengano conto delle specificità territoriali (ad es. l’insularità e le altre caratteristiche di condizione territoriale, con uno specifico investimento di 25 M€);

* che una cifra pari almeno all’evitato costo della VQR, la cui stima più bassa è di 70 M€, venga investita annualmente per incrementare il piano di RTD-B, i cui concorsi devono essere aperti a tutti i colleghi precari, e un analogo investimento venga effettuato per iniziare un rifinanziamento dei PRIN;

* che si disponga il  riallineamento in 6 anni delle classi/scatti a quelle che sarebbero state le condizioni in assenza di blocco (i costi sono assorbiti dalla minor incidenza dei salari attuali rispetto a quelli dei colleghi che entreranno in pensionamento);

* che si preveda un investimento di livello europeo sul diritto allo studio e sul welfare studentesco, aggiungendo 150 M€ a quanto già previsto.


L’Assemblea indica inoltre come necessario che il Ministero si impegni a riconsiderare il concetto di premialità in modo che:

a) assegni risorse aggiuntive rispetto a quelle di funzionamento ordinario degli atenei e non  contempli la sottrazione di risorse necessarie a tale funzionamento;

b) lo strumento messo a punto per valutarla abbia, tra i propri obiettivi, quelli di incentivare la cooperazione (tra persone, dipartimenti, atenei) e riconoscere i miglioramenti, considerando dunque il livello di partenza delle strutture e degli investimenti in ricerca.

Nel caso poi che il Ministero intendesse comunque procedere con questo esercizio della VQR, nonostante le gravi distorsioni, l’Assemblea ritiene imprescindibile:

a) che questa venga effettuata senza distrarre tempi ed energie dalla ricerca e dalla didattica/assistenza agli studenti;

b) che sia esplicitamente considerata una raccolta dati senza alcuna connessione diretta e obbligatoria con l’assegnazione di risorse, ma che venga utilizzata unicamente, di concerto con la comunità accademica, come base di studio per la messa a punto di un nuovo e più efficiente meccanismo di valutazione, che abbia gli obiettivi e le caratteristiche sopra descritti.

 

L’Assemblea osserva infine che gli investimenti richiesti da queste misure assommano a 390 M€, ovvero appena il 5,5% circa dell’ultimo FFO: intervento minimo e dovuto, se si considera che lo stesso FFO ha registrato negli ultimi anni, in termini reali, una contrazione prossima al 20% (ben oltre un miliardo di €), e che per la sola fondazione privata IIT nell’area di EXPO di Milano il governo ha dichiarato di voler impegnare 1.500 Mil€ in un arco di 10 anni.

Fino a un positivo riscontro alle richieste avanzate, l’Assemblea decide di proseguire la mobilitazione in corso, sospendendo il conferimento dei lavori previsto dal bando VQR.