Il CUN parzialmente rinnovato si è riunito per la prima volta il 17 febbraio 2015 e la seduta è stata presieduta dal decano, Prof. Baldassarri (area 10). Il primo adempimento e’ consistito nella elezione del Presidente; il Prof. Lenzi, unico candidato, ha sottolineato il ruolo di rappresentanza alto del CUN e ha tracciato le attività svolte e da svolgere, oltre alle attività istituzionali (ordinamenti didattici e pratiche di ordinaria amministrazione): la verifica e/o la riscrittura di nuove regole per le valutazioni ASN, dei settori concorsuali e la ricerca scientifica strettamente connessa con la didattica. Il candidato presidente ribadisce che continuerà a coordinare il lavoro del CUN utilizzando le metodologie già consolidate e pone l’accento sullo sforzo di una migliore comunicazione delle attività del CUN verso l’esterno.

Dopo la dichiarazione di candidatura del Prof. Lenzi si apre una discussione su a cui partecipano diversi Consiglieri tra i quali A. Pezzella, che legge un documento redatto dai consiglieri CUN della Rete (riportato in calce a questo post), in cui si ribadisce la necessità la necessità di una presidenza che aumenti l’autorevolezza del consesso dandone una maggiore visibilità presso le comunità del mondo accademico e nelle sedi politiche..

La consultazione ha riconfermato Lenzi nel ruolo di Presidente del CUN; la Prof. Barbati è stata designata Vicepresidente.

Nel pomeriggio è intervenuto il Capo del Dipartimento per la formazione superiore e per la ricerca, Marco Mancini, che ha aggiornato il Consiglio sull’imminente emanazione di un D.P.R. e due D.M. riguardanti l’ASN su cui il CUN è tenuto a dare un parere. Il primo riguarda la revisione del D.P.R. 222/2011, sul regolamento dell’ASN; il secondo è il decreto per riordino dei Settori Concorsuali (art.15 L. 240/2010) che prevede che il numero minimo di ordinari per il mantenimento di un SC passi dagli attuali 30 a 20. Infine, un decreto in sostituzione del D.M. 76/2012, rivedrà criteri, parametri e indicatori per i candidati all’ASN. Nonostante i contenuti di questi atti non siano ancora noti, l’aula decide di preparare tempestivamente un documento sulla definizione di criteri e parametri per far arrivare al Ministro la riflessione del CUN sull’argomento.

Il 18/2 si e’ riunita la Commissione ricerca, che ha ampiamente discusso il tema della ASN, finalizzando un documento di “Analisi e proposte per la definizione di criteri e paramenti per l’ASN” che, successivamente, è stato approvato in aula. Si è riunita, inoltre, anche la Commissione didattica in cui sono state esposte le modalità di revisione degli ordinamenti didattici che costituiscono una delle attività del CUN in questo periodo.

 

Cari colleghi,

il ruolo che il legislatore ha assegnato al CUN, quale unico organo elettivo di rappresentanza del sistema universitario, ci attribuisce una responsabilità ineludibile nei confronti del sistema stesso e della società.  È nostro compito adoperarci per il continuo miglioramento del sistema universitario e farci interpreti delle istanze provenienti dalla comunità accademica, mantenendo con essa, al contempo, una costante azione di informazione sull’evoluzione normativa e sui lavori del CUN.

Affinché il CUN sia fedele alla propria natura di organo primario per lo sviluppo delle politiche dell’università, è necessario che svolga nei confronti del Ministero, accanto a quello consultivo, un efficace ruolo analitico e propositivo che non può limitarsi alla formulazione di mozioni e pareri. Negli ultimi anni questo ruolo non è sempre stato supportato con l’autorevolezza che il nostro consesso richiede. Inoltre, proprio per la sua funzione il CUN deve acquisire una maggiore visibilità presso le comunità del mondo accademico che rappresenta e, più in generale, presso l’opinione pubblica che riceve spesso una visione distorta dell’università.

Per l’esercizio delle sue funzioni è fondamentale che la presidenza stimoli l’operatività del Consiglio, coordini un programma di lavori condiviso, raccolga in modo imparziale le istanze dell’aula, si impegni a rafforzare la comunicazione verso l’esterno, si faccia carico di sostenere in modo incisivo pareri, proposte, mozioni e raccomandazioni nelle sedi politiche e decisionali.

È necessario che per tale ruolo ci si presenti con determinazione e impegno a rappresentare al meglio la vivacità e la pluralità di idee che coesistono nel Consiglio. Chi gode dell’elettorato passivo, i soli professori di prima fascia (limitazione peraltro anacronistica nel quadro strutturale di oggi), deve farsi carico di questa esigenza mettendo in gioco idee, proposte e programmi alternativi, in coerenza con il senso di responsabilità e il coraggio di azione che il possedere tale prerogativa comporta. E su tale punto, sarebbe ancora auspicabile che una pluralità di posizioni si confrontassero in Consiglio.

Chiediamo quindi che chi si candida alla presidenza esponga le modalità con cui intende rafforzare l’azione del CUN, nonché la sua posizione a proposito dei temi di interesse preminente per la comunità universitaria.

Riteniamo inoltre che le responsabilità di coordinamento di commissioni – come tradizione per questo consesso – e comitati debbano essere assegnate in base all’impegno dimostrato e alle competenze specifiche, senza vincoli dovuti alla fascia di appartenenza o al ruolo accademico. Analogamente, e considerando l’importanza delle funzioni del vicepresidente, riteniamo che la sua indicazione debba accompagnare la candidatura alla presidenza.

I problemi attuali del sistema della formazione e della ricerca ci richiedono impegno e dedizione: è necessario che questo organo funzioni al meglio per interpretare il ruolo di riferimento costante della comunità accademica e contribuire al rilancio dell’Università.