Ancora sul “caso Catania”

Il “caso Catania”, paradigmatico di quanto potrà avvenire ovunque (e in diversi casi sta già accadendo) nell’Università italiana, continua a offrire nuovi spunti di riflessione. Dopo l’impegno del Rettore dell’Università di Catania (di seguito, per brevità, Rettore dell’UdC), formulato in assemblea pubblica (vedi QUI l’intervento del Rettore e quello di Gianni Piazza) a rivedere o rimuovere le incredibili “linee guida comportamentali nel caso di apertura di procedimenti disciplinari”, lo stesso Rettore dell’UdC è tornato sui suoi passi con una stupefacente giravolta. Si tratta, lo ricordiamo, di linee guida che statuiscono che dibattiti pubblici, assemblee di docenti e perfino il coinvolgimento di organi istituzionali (???) o di informazione determinano senz’altro “interferenze esterne sul regolare svolgimento e sulla corretta conclusione” di provvedimenti disciplinari, e sono dunque “da stigmatizzare”, ventilando per di più la possibilità di autonomi ulteriori provvedimenti disciplinari per coloro che, con le modalità suddette, dovessero turbare “la serenità degli organi di ateneo competenti in materia”.

 

https://www.controcampus.it/wp-content/uploads/2013/01/Rettore-Antonio-Recca-.jpg

Secondo il Rettore dell’UdC (foto qui sopra), l’impossibilità a tener fede a quanto promesso deriverebbe da una successiva mozione del Senato (29.10.2012), adottata con risicata maggioranza (18 voti su 32). In base a questa mozione, infatti, diciotto senatori esprimono un dissenso per la votazione a “ora tarda” della mozione finale (approvata, questa sì, all’unanimità) dell’Assemblea d’Ateneo del 26 ottobre. Prescindendo dal fatto che il senso di tolleranza al ridicolo è purtroppo largamente soggettivo (ora tarda le 13.30? e poi ce la prendiamo con gli stereotipi antimeridionalisti…), la mozione continua asserendo che “le decisioni saranno prese solo dopo l’elezione del nuovo Rettore” e si ricorda che agli organi collegiali d’Ateneo spettano le decisioni finali.

A ciascun che legge è ovviamente possibile trarre le proprie conclusioni sul “caso Catania”; quanto a noi, informiamo il Rettore dell’UdC che continueremo a seguire passo passo gli avvenimenti locali (non mancando di segnalare qui e nelle competenti sedi le future decisioni – anche su questioni relative alle spese – che andassero oltre l’attività ordinaria, cui il Senato richiama). Al tempo stesso chiediamo che, molto semplicemente, per tener fede all’impegno preso, proponga lui stesso al voto degli organi una mozione nella quale domanda il ritiro delle famigerate “linee guida”, lasciando così agli organi sovrani – che avranno in questo modo una chiara indicazione del suo orientamento – la potestà di decidere in merito. D’altro canto si tratta né più e né meno (lo capiscono tutti, ma proprio tutti, caro Rettore dell’UdC) dell’identica procedura con la quale le assurde e liberticide linee guida sono state adottate (a questo link, pagine numerate 22 e 23) in seguito a ripetuti interventi del Rettore. Nel verbale della seduta del CdA del 28.09.2012, ovvero di un mese fa,  si legge infatti: “il rettore ricorda di aver sottoposto, nella seduta del 13 luglio u.s., il presente argomento all’attenzione del Consiglio”. Evidentemente non soddisfatto del mancato recepimento immediato della propria volontà, il Rettore è dunque tornato alla carica con il “suo” (vedi QUI, min. 11.23) CdA il 28 settembre: “il rettore invita il Consiglio ad adottare in merito le proprie determinazioni”. L’abile estensore del verbale merita davvero un plauso, essendo riuscito a concentrare nella doppia possibile interpretazione di quel “proprie determinazioni” (“proprie” del Rettore o del CdA?) il senso della paradossale situazione.

Per consentire a chi legge di poter seguire tutti i passaggi, presentiamo qui di seguito i riferimenti ai documenti più recenti, successivi a quelli già ricordati nei precedenti post. In particolare, oltre alla mozione finale dell’Assemblea, la Rete29Aprile si riconosce pienamente e adotta come propria la presa di posizione del CUdA di Catania (il fortino e la stampella).

DOCUMENTAZIONE:

Mozione adottata all’unanimità dall’Assemblea d’Ateneo di Catania (26.10.2012), convocata da: ANDU, CoNpass – Coordinamento nazionale professori associati, Cisl Università Catania, CUdA – Coordinamento Unico  d’Ateneo  dell’Università  di  Catania,  CPU  –  Coordinamento  Precari Università, Coordinamento nazionale Precari della Conoscenza FLC CGIL, FLC CGIL Catania, FLC CGIL Sicilia, Forum della docenza universitaria FLC CGIL Catania, MSC – Movimento Studentesco Catanese, Rete 29 Aprile, Fed. Confsal-SNALS Università-Cisapuni, UDU Catania, UIL RUA, Università Bene Comune.

Interrogazione a risposta scritta presentata dal Sen. Francesco Pardi sul “caso Catania” (Senato della Repubblica, 29.10.2012)

Risposta dei sindacati alla mozione del SA (31.10.2012; purtroppo a tutt’oggi, 5.11.2012, la mozione del SA – che dovrebbe contenere anche un’altra “chicca” sulla quale torneremo non appena sarà pubblicata – non risulta ancora disponibile sull’apposita pagina nel sito dell’Ateneo. Forse la riunione si è tenuta “a ora tarda”?)

“Il fortino e la stampella”, presa di posizione del CUdA (1.11.2012)

Due articoli su un esposto presentato dalla UIL alla Corte dei Conti sul contratto al Direttore Generale dell’Ateneo:

Unict, per Maggio proroga e superstipendio. Esposto Uil: «Anomalie nella scelta» (3.11.2012)

Ateneo, scoppia il “caso Maggio” Esposto a Procura e Corte dei conti. La Uil Rua: «Sul direttore generale iter discutibile e nomina inopportuna» (3.11.2012){jcomments on}

AGGIORNAMENTO: i sindacati hanno tenuto fede al loro impegno presentandosi all’incontro del 7 novembre, previsto in Assemblea. Verificato che il Rettore non aveva però nessuna intenzione di mantenere il proposito pubblicamente espresso (proporre agli organi il ritiro o la modifica delle “linee guida”), i sindacati hanno abbandonato l’inutile tavolo di confronto. In assemblea era a più riprese stato ricordato che il ritiro delle “linee guida” liberticide sarebbe stata considerata da tutte le sigle sindacali la condicio sine qua non per riattivare il confronto. Ancora una volta grazie a Fuodidalcoro: il comunicato congiunto