PROFUMO DI… IMBROGLIO
A seguito dell’apertura della consultazione pubblica sul tema del valore legale del titolo di studio sul sito del Ministero dell’Università, i ricercatori della Rete29aprile si uniscono alle associazioni studentesche nel chiederne l’immediato ritiro alla luce della grave scorrettezza dell’operazione avviata, dimostrata dalla parzialità dei quesiti presenti nel sondaggio. La presenza di domande formulate in modo unidirezionale, tendenti a consentire di esprimere un voto valutabile solo se favorevole all’abolizione del valore legale, mira a produrre un risultato che dimostrerà facilmente, quale che sia l’opinione dei partecipanti, che la maggioranza dei consultati si dichiara favorevole all’abolizione del valore legale della laurea.
Chiunque partecipi, insomma, concorrerà a favorire un esito già chiaramente predeterminato dal modo in cui sono formulate le domande. Tale esito peraltro si collega al disegno più generale (di cui allo schema di Decreto legislativo 437 in discussione alla Camera) con cui il Governo prepara il percorso che porterà alla chiusura di numerosi atenei e a un’inaccettabile classifica di quelli superstiti, con innalzamento delle tasse universitarie e penalizzazione del diritto allo studio di ampi strati della popolazione e di vaste aree geografiche del Paese. Un esempio della parzialità del sondaggio:
Quesito 12
Per quali finalità ritenete possa essere utile una differenziazione tra titoli di studio nominalmente equivalenti?
a) Per selezionare i partecipanti ad un pubblico concorso ovvero all’esame di abilitazione per l’esercizio di una professione.
b) Per attribuire punteggi differenti ai partecipanti ad un pubblico concorso ovvero all’esame di abilitazione per l’esercizio di una professione e ai dipendenti pubblici ai fini delle progressioni in carriera.
c) Per altre finalità.
Qual è la risposta utile per chi ritiene che NON vada effettuata una “differenziazione tra titoli di studio nominalmente equivalenti?”. Possibile che nel Ministero dell’Università non vi siano le competenze per realizzare una corretta rilevazione d’opinioni, avendo oltretutto più di un mese per predisporre un sondaggio serio? È con modalità analoghe che si sta realizzando la valutazione del sistema universitario?
Come studiosi e cittadini stigmatizziamo, condanniamo e ci sentiamo insultati dall’operato del ministro, Professor Profumo, che, avendo sempre evitato un dialogo con i ricercatori universitari, ora affida il confronto su un tema così importante ad un breve questionario online, caratterizzato non da un’apertura e dall’ascolto delle istanze provenienti dalla società e dall’università, né dall’effettivo approfondimento di temi così complessi, ma da una evidente volontà di manipolazione, promuovendo un sondaggio il cui esito non possiamo che ritenere sin da ora “truccato” e inattendibile.