Domanda: Rispetto a quanto contenuto nel comunicato del Rettore, qual è il giudizio di voi Ricercatori?

Stupisce per prima cosa la tempistica di questo editoriale. All’indomani di un’approvazione tanto travagliata e segnata da scontri di piazza e plateali iniziative sui tetti di tutti gli atenei italiani (e non solo), compresa Verona, non comprendiamo la ragione di un intervento che dichiara che il consenso a questa riforma è stato «totale, trasversale ed esteso». E’ del tutto evidente che non è così.

Domanda: Forse l’intervento del Rettore è più concentrato sul piano locale che su quello nazionale…

Il Rettore forse dimentica che ad oggi circa un centinaio di Ricercatori di questo Ateneo sono in mobilitazione contro questo DDL, che quattro Consigli di Facoltà hanno approvato mozioni di critica severa alle norme ivi contenute, che non a tutti i Presidi questa riforma piace (vedi l’intervento di Avezzù sull’Arena della scorsa settimana), che sono spuntate in soli due giorni ben 1700 firme nella sola Facoltà di Lettere per chiedere al Magnifico la convocazione di una ‘Conferenza di Ateneo’. I Ricercatori la proposero a giugno, hanno rinnovato ad agosto la richiesta che ora è stata fatta propria dagli studenti. Diciamoci la verità: se il Rettore ci avesse ascoltato adesso saprebbe meglio interpretare il diffuso sentimento di malessere e disorientamento che attraversa la comunità accademica veronese in tutte le sue componenti.

Domanda: Quali sono gli elementi di criticità della Riforma Gelmini che l’intervento del Rettore non prenderebbe in considerazione?

La lista sarebbe lunga. Non si può parlare di «recupero del merito attraverso la valutazione» se non è ancora istituita l’Agenzia nazionale per la valutazione (ANVUR); difficile dire che il DDL «elimini la figura feudale dei cosiddetti ‘baroni’» quando si aumentano i poteri dei rettori, si proroga di due anni il mandato di quelli in carica, si escludono Ricercatori e Associati dalle commissioni di concorso. Quanto alla «eliminazione della distribuzione a pioggia delle risorse», anche il Rettore sa bene che negli ultimi anni qui è piovuto ben poco. In molti hanno considerato la ‘protesta dei Ricercatori’ come una protesta corporativa: ma siamo stati gli unici ad avere il coraggio, per tempo, di denunciare questo intervento al ribasso sull’università fatto di slogan e di false buone intenzioni in cui l’unico dato reale è costituito dai tagli, che – si badi – il Rettore ci invita addirittura ad affrontare «senza drammi».

Domanda: Tirando le somme?

L’iter del DDL non è ancora concluso; anche qualora fosse approvato, avrebbe bisogno di una decina di decreti attuativi senza i quali le centinaia di norme contenute nel DDL non avranno valore effettivo. Tutto questo è destinato a bloccare il sistema universitario e della ricerca per parecchi anni. Spiace che dopo tanti mesi non sia ancora evidente a tutti.


Alcuni Ricercatori Veronesi della Rete 29 Aprile