Il DdL Gelmini verrà portato in discussione in aula il 14 ottobre, alla vigilia dell’inizio della sessione di bilancio. Non potrà quindi essere votato se non al termine della sessione di bilancio stessa (dicembre, nella migliore delle ipotesi). Non si tratta quindi solo di un rinvio di dieci giorni (dal 4 ottobre al 14) bensì di una pausa di riflessione che consentirà evidentemente di inserire nel provvedimento anche correttivi di tipo finanziario.

La Rete29Aprile apprezza con viva soddisfazione questo rinvio. Esso rappresenta una vittoria del movimento che si è strutturato da aprile a oggi e testimonia che la protesta del mondo universitario non può essere nascosta sotto il tappeto, riducendola a folclore corporativo o a ribellismo giovanile.
L’approvazione di una legge indecente che smantella l’università pubblica e ne consegna le briciole in mano ai rettori e alle baronìe ha fatto sollevare una protesta che ha riunito ricercatori a tempo indeterminato e docenti, ricercatori a tempo determinato, componenti studentesche e che rappresenta il fenomeno politico più nuovo degli ultimi anni all’interno del mondo universitario. A questa protesta il governo non è stato finora in grado di dare risposte né di fronteggiarlo adeguatamente.

Ci auguriamo che il governo sfrutti questa pausa di riflessione imposta, con senso di responsabilità e saggezza, dalla Camera dei Deputati per dare ascolto al mondo universitario e non solo ai rettori e per dare avvio a una riscrittura radicale di questo disegno di legge.
Abbiamo registrato l’insofferenza dei Rettori riuniti nella CRUI nei confronti di questo ritardo, ma non la condividiamo affatto; crediamo invece che la nuova calendarizzazione rappresenti una preziosa occasione per dare vita a una riforma condivisa, partecipata, responsabile e per ottenere finalmente un’università pubblica, autonoma, libera e aperta.

Protesta dei ricercatori