Lettera aperta della Rete29aprile al Presidente del Consiglio ed al Ministro dell’Università e della Ricerca
Gentile Presidente,
Gentile Ministro,
stiamo assistendo in queste settimane agli effetti disastrosi e tragici di decenni di politica estera occidentale in Medio Oriente. La crisi afghana è la dimostrazione della cecità delle politiche attuate e degli effetti perversi da esse innescate. Ma non è il tempo unicamente dei dibattiti e delle analisi, piuttosto è il momento delle azioni celeri e responsabili. Per questo chiediamo che venga garantito con ogni mezzo, tramite corridoi umanitari, il diritto di asilo politico a donne e uomini, bambini, ragazze e ragazzi afghani, sotto la minaccia di una dittatura che ben conosciamo.
Si parla molto di classifiche relative alle università, e spesso a sproposito; ma c’è una classifica in cui ci piacerebbe vedere il nostro Paese ai vertici mondiali, e l’obiettivo sarebbe ampiamente alla portata poiché dipende soltanto dall’impegno politico concreto: la classifica del numero di colleghe, colleghi, studentesse e studenti afgani accolti nelle università italiane.
Chiediamo dunque che alle studentesse e agli studenti afghani, ed a quanti provengano da zone di crisi politico-militare e di violazione dei diritti civili più elementari, sia consentita l’iscrizione nelle nostre università anche con agevolazioni ed esenzioni ed anche, accertata motivata ragione, con la possibilità di immatricolazione ad anno in corso. E chiediamo che sia data a colleghe e colleghi afghani l’opportunità di portare nei nostri atenei la loro conoscenza e le loro ricerche.
La Rete29aprile si mette in tal senso a disposizione – e pensiamo che anche altri lo saranno – per supportare chi già è arrivato o è in arrivo.
Abbiamo il dovere di aiutare e accogliere chi fugge da guerra, violenza, disperazione; abbiamo il dovere di dare futuro, speranza e cittadinanza a chi la sta perdendo.