Rete29aprile è solidale con il prof. Raimo (Skywalker) in difesa del diritto a dissentire

 Occorrerà iniziare dall’ovvio, che, apparentemente, ovvio non è. Star Wars è una delle saghe più importanti e note della cinematografia. In quel contesto un impero costruito sulla repressione, la paura e la xenofobia – immaginato da George Lucas ispirandosi alle ideologie naziste e fasciste – ha il suo simbolo in un dispositivo apparentemente potentissimo e inscalfibile chiamato “Morte nera”: un enorme planetoide artificiale che può funzionare come arma di distruzione di massa. In realtà, come sa chiunque abbia visto il film, questo enorme colosso ha un punto debole che può far collassare l’intera mastodontica struttura. Se Star Wars viene usato come metafora (ed è evidente che sia così, a meno che il prof. Valditara non si consideri un planetoide in grado di distruggere mondi grazie a un “enorme cannone laser alimentato da un reattore a ipermateria che utilizzando 8 cristalli kyber”; cit. Wikipedia), allora chi ascolta il discorso incriminato del prof. Raimo (QUI) capisce senz’altro che ciò che legittimamente si propone di contrastare con le idee (non essendo ancora state inventate le spade laser né gli X-Wing, e non essendo Raimo Luke Skywalker) è l’ideologia di cui il Ministro è portatore, rappresentata ad esempio dal suo celebre libro (questo sì che è stato inventato, e Valditara né è l’autore) dal titolo “L’impero romano distrutto dagli immigrati” (QUI). Il Governo, lo si è detto, non ha cannoni laser, ma, mentre si contrastano voci critiche come quella di Raimo (QUI), la maggioranza che lo sostiene si sta attrezzando con norme che, citando Greenpeace, reprimono “il dissenso e la resistenza passiva” (QUI).

Fatta questa premessa, occorre porsi una domanda, quanta paura suscita il dissenso? Se guardassimo alla capillarità con cui a vari livelli si tenta di reprimerlo, la risposta che ci verrebbe di dare sarebbe certamente: molta paura. La vergognosa vicenda che ha coinvolto il prof. Raimo, cui va tutta la nostra solidarietà, è da leggere in questo quadro. Ogni voce che si leva contro il potente di turno, ognuno che, candidamente, indica la nudità del re, va represso. Va represso con leggi e regolamenti ad hoc, alcuni già varati, altri, ahinoi, in preparazione, ma va represso anche con azioni “collaterali” intimidatorie. Tali azioni si declinano nei modi più fantasiosi, a volte attraverso discutibili azioni disciplinari, come è capitato al prof. Raimo, altre con denunce insensate apparentemente fatte a tappeto al solo scopo di inibire preventivamente anche il dissenso espresso attraverso i media, a volte anche con pochissima risonanza.

La vicenda del prof. Raimo preoccupa perché rende evidente, una volta ancora, questo quadro generale, ma preoccupa anche per alcune specificità del caso che esplicitano, in modo “prototipale“, il modo in cui il potere si prepara a fronteggiarlo il dissenso. Intanto il provvedimento colpisce il professor Raimo per dei giudizi espressi sul Ministro Valditara durante una iniziativa elettorale cui il professore partecipava come candidato alle elezioni europee, irrompendo quindi in una sfera, quella della propaganda elettorale, ben distante e distinta dalle aule didattiche, sfera in cui ci si aspetterebbe una maggiore tolleranza, piuttosto che un maggior rigore da parte di una commissione disciplinare di un’istituzione scolastica. Il provvedimento inoltre ripropone dinamiche, purtroppo non inedite, in cui la repressione è operata per mano di zelanti funzionari che, più realisti dei re, amplificano gli effetti di nefasti provvedimenti.

Dobbiamo evitare questo scenario! Ma se da un lato questo futuro ci spaventa, dall’altro ci richiama alla nostra responsabilità di provare, in questo periodo così tristemente oscurante, a farlo vivere questo dissenso più ancora che in passato.