Molte e molti si domandano in questi giorni che cosa l’attuale governo abbia in mente per l’Università. Una Commissione piuttosto segreta (il cui decreto istitutivo, che ci risulterebbe essere del 21/11/2018, guarda caso, non si trova sul sito del MIUR) pare si sia già insediata da tempo e i suoi partecipanti – scelti non si sa come né in base a quali criteri – avrebbero il compito di provvedere “al riordino, alla semplificazione e alla codificazione delle disposizioni in materia di istruzione, università, alta formazione artistica musicale e coreutica e ricerca”, redigendo, di fatto, un curioso Testo Unico sull’Università. Curioso perché, anziché limitarsi a radunare le varie norme in un unico provvedimento, pare – così interpretano coloro che hanno potuto vedere le bozze della necessaria legge delega – che potrà anche innovare in settori cruciali. Potrebbe trattarsi, insomma, di una legge Gelmini 2.0 (ma il nome andrebbe adeguato con riferimento a personaggi di spicco del Ministero. Per fare nomi di fantasia e prendendone due a caso dei ranghi del Ministero, si potrebbe per esempio denominare… Chinè/Valditara).
Nell’attesa che tutto emerga alla luce del sole (e che si possano pubblicamente conoscere i nomi dei colleghi che stanno aiutando il governo in questo suo intento – siamo certi per il meglio, come accadde anche nel 2010) è però possibile farsi qualche idea. Non certo basandosi su supposizioni, ma semplicemente prendendo sul serio quanto dice il Capo Dipartimento per la formazione superiore e per la ricerca, Giuseppe Valditara. Per questo, e per comodità di lettura, abbiamo trascritto il suo intervento all’inaugurazione dell’Anno accademico 2018/19 presso il Politecnico di Torino (visibile qui), accompagnando la trascrizione con un nostro commento. Il file è anche scaricabile QUI o cliccando sull’immagine sottostante. Buona lettura!