Professore Associato
Area 02 – Scienze fisiche
Care colleghe, cari colleghi
ognuno di voi sa che siamo insieme spettatori, ma anche attori, di un miracolo.
Quello di un sistema universitario che, nonostante i tagli feroci di questi anni la riduzione drastica e l’umiliazione(anche economica) subita dal suo corpo docente, continua pervicacemente, a dispetto di qualunque campagna didisinformazione, a formare studenti e a fare ricerca ai più alti livelli (per es. http://www.roars.it/online/la-performance-della-ricerca- scientifica-italiana/).
Si tratta di un miracolo – largamente basato su uno sforzo sempre maggiore richiesto a tutto il personale universitario e su un capitale di conoscenza, risorse umane e infrastrutturali – che, senza immediati interventi e significativi investimenti, non potrà perpetuarsi a lungo. Ci sono ormai interi settori della conoscenza, alcuni dei quali di riconosciuta eccellenza italiana, che rischiano di sparire per la mancanza della possibilità di un ricambio generazionale, altri che continuano a resistere solo grazie all’impiego di ricercatori con contratti sempre più precari.
Nel frattempo l’accesso stesso agli studi universitari sembra diventare anno dopo anno più difficile: per la prima volta dopo anni di crescita, assistiamo ad una diminuzione significativa delle immatricolazioni che colpisce particolarmente le fasce più deboli della popolazione alle quali anche questa fondamentale leva di riscatto sociale viene ormai sostanzialmente preclusa.
Si tratta sotto ogni punto di vista di una situazione estremamente grave che richiederebbe interventi urgenti o almeno concreti segnali di cambiamento.
Ho condiviso per questo i frequenti richiami del CUN e il documento in 10 punti con cui la CRUI ha promosso l’iniziativa “Per una nuova primavera delle università” (https://www.crui.it/per-una-nuova-primavera-delle-universita.html) del 21 Marzo 2016 senza tuttavia riuscire a superare quel senso di frustrazione e impotenza che nasce, secondo me, anche dalla mancanza di sedi appropriate dove la insofferenza personale per lo stato delle cose può, grazie alla elaborazione collettiva, trasformarsi in proposta condivisa e, se necessario, in protesta.
Da questa condizione che è mia personale (credo però comune a molti di noi) ma anche dalla esperienza maturata partecipando alle mobilitazioni di questi ultimi 10 anni contro i tagli ai finanziamenti all’Università pubblica (ai tempi della Legge Moratti partecipando alla costituzione del Coordinamento Nazionale dei Ricercatori poi, ai tempi della coppia Tremonti-Gelmini, nel Coordinamento Nazionale della Rete 29 Aprile) e al dibattito nazionale sviluppatosi in ambito politico e sindacale, che è nata la decisione di candidarmi alle prossime elezioni del Consiglio Universitario Nazionale.
A differenza di altri Enti o Istituti di Ricerca (come CNR, INFN, etc.) che possono, tramite i loro vertici, esprimere una rappresentanza unica nell’interlocuzione con il Governo Italiano e, per lo stesso motivo, esprimere propri rappresentanti sui principali tavoli programmatorii nazionali e internazionali, il Sistema delle Università Italiane non esprime, nella pratica, un interlocutore riconosciuto dal Governo Italiano né (sempre come Sistema) propri rappresentanti su quei tavoli (nazionali e internazionali) dove si operano le scelte principali sui temi della ricerca, dell’innovazione e dell’alta formazione. Né tale ruolo può essere svolto (come infatti non è svolto) dalla associazione dei Rettori (la CRUI appunto).
Il CUN per sua costituzione (tutte le componenti rappresentate) e modalità di elezione (a elettorato praticamente universale), ma anche per le funzioni che gli vengono riconosciute dalla legge (e in particolare quella di concorrere alla individuazione degli obiettivi della programmazione universitaria) può, secondo me, diventare quel luogo dove non solo la domanda di rappresentanza ma anche la capacità di elaborazione della Comunità universitaria italiana viene sollecitata, organizzata e raccolta per farla diventare azione e proposta condivisa da indirizzare al Governo.
La mia candidatura al CUN, mentre esprimo gratitudine e rispetto per il lavoro e il tempo che, generosamente, i colleghi che mi hanno preceduto hanno fin qui ad esso dedicato, è rivolta a fare sì che, più che nel passato (e per alcuni aspetti specifici anche in discontinuità con esso), il CUN assuma su di se la piena responsabilità di rappresentare la comunità Universitaria Italiana e il grande patrimonio di Conoscenza e Libertà di pensiero che essa rappresenta per il Paese.
Anche nei limiti imposti dalla legge vigente e dai suoi regolamenti interni credo che il CUN debba nel futuro, più che nel passato, favorire la discussione dentro la Comunità Accademica di modo che anche le proposte di iniziativa CUN, normalmente puntuali e ben meditate, spesso largamente condivisibili, possano ricevere da questa condivisione maggiore forza (e migliore ascolto) nell’interlocuzione con il Governo.
La forza del CUN e la incisività della sua azione dipendono molto da questo.
A questo scopo occorrerà, a mio parere, rafforzare gli strumenti, anche informatici, che favoriscano la partecipazione della Comunità Universitaria alla discussione CUN almeno sui temi di maggiore rilevanza strategica (il costituendo Gruppo di Lavoro Comunicazione potrebbe farsene carico da subito).
Credo infine che anche l’interlocuzione con il Governo debba cambiare.
In attesa di un CUN riformato e nel rispetto dei compiti istituzionali previsti dalla Legge vigente, credo che, se vorrete anche con il mio contributo:
- il CUN debba, in spirito di leale collaborazione con i Ministri competenti, operare in modo da essere sempre di più consultato sin dalle fasi preparatorie dei processi legislativi e esecutivi che riguardano direttamente o indirettamente il sistema Universitario e non solo alla fine di essi quando un suo parere fortemente critico può risultare inutile prima ancora che non vincolante.
- il CUN debba vegliare in modo che l’autonomia delle Università italiane non si traduca tout court nella loro completa estromissione dalla maggior parte dei tavoli programmatori, nazionali e internazionali. A questo scopo, nell’ambito della discrezionalità che la legge (L18, 2006) gli riconosce (per es. all’art. 2 c.1g), il Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, potrebbe avvalersi del parere del CUN per individuare i rappresentanti del Sistema Universitario italiano da assegnare ai vari tavoli.
- il CUN debba al più presto istituire una sua Commissione sul Diritto allo Studio che possa interloquire direttamente con il Ministero e con il Sistema delle Regioni per mettere in campo da subito una proposta condivisa per la realizzazione effettiva di un diritto costituzionale che mai come in questo momento appare negato a larghe fasce della popolazione.
Grazie per l’attenzione e buon voto.
Potenza 12 Gennaio 2017 | Valerio Tramutoli |
NB: Il periodo stabilito per le votazioni a livello nazionale va da giovedì 19 a mercoledì 25 gennaio, tuttavia ogni ateneo fissa il proprio specifico calendario che può essere anche diversificato per aree CUN differenti. PER SAPERE DOVE E QUANDO VOTARE NELLA VOSTRA SEDE CONSULTATE FIN D’ORA IL LINK http://elezionicun.miur.it/php5/votazioni.php?pag=VO. Ricordo che perme possono votare solo i Professori Associati dell’Area 02 … ma tutti possono dare una mano.
Per ulteriori contatti valerio.tramutoli@unibas.it tel 3293178385; skype: txwllr
Breve CV
Nato a Potenza il 28/12/1957. Laureato in Fisica presso l’Università di Roma la Sapienza è oggi Professore Associato e responsabile del Laboratorio per l’Analisi dei Dati Satelitari (LADSAT) presso la Scuola di Ingegneria dell’Università della Basilicata dove ha iniziato la sua carriera nel 1990. Dal 1997 tiene qui corsi di Telerilevamento Ambientale e di Fisica Generale. Dal 1991 è stato visiting scientist nei principali centri internazionali di osservazione della Terra partecipando a progetti internazionali e iniziative delle principali agenzie spaziali, tra le quali ESA, NASA, NASDA e ASI. E’ stato coordinatore nazionale del progetto SEISMASS (finanziato da ASI), PI in diversi progetti internazionali finanziati dall’International Space Science Institute (ISSI di Berna e di Pechino), dalla NATO e dalla CE nel quadro dei programmi Science for Peace, FP6-IST, FP6-INTAS, e GMES (FP6 e FP7). Dal 2010 è coordinatore del progetto europeo PRE-EARTHQUAKES finanziato nell’ambito del FP7-GMES-Space Program. Ha svolto una intensa attività didattica e seminariale all’estero (Grecia, India, Regno Unito, Spagna, Stati Uniti, etc.)
La sua attività di ricerca si è focalizzata sullo sviluppo di nuovi sensori e tecniche satellitari per la previsione, il monitoraggio e la mitigazione dei rischi naturali, ambientali e industriali. In tale ambito ha proposto nel 1998 la metodologia originale di change detection RAT (ora RST, Robust Satellite Technique) utilizzata con successo in Italia e all’estero per un ampio spettro di applicazioni. E’ stato tra i primi scienziati italiani invitati a partecipare, dal 2001, all’IGOS-Geohazard Core Team incaricato (dalle più importanti agenzie spaziali, CEOS, dalla FAO, dall’UNESCO, dall’ICSU, ecc) di definire le nuove strategie per l’osservazione dei geo –hazards per il successivo decennio. E’ referee per le più importanti riviste del settore e valutatore di progetti per agenzie di finanziamento della ricerca a livello europeo ed extra-europeo. E’ autore di oltre 200 lavori pubblicati su riviste internazionali, libri scientifici e atti di convegni internazionali. E’ stato chair, co-chair, organizzatore o invited speaker nelle più importanti conferenze internazionali di geofisica (EGU, AGU, IUGG, AOGS). Dal 2007 é membro permanente dello IUGG-WG EMSEV, dal 2013 chair del NEREUS Copernicus/EO WG, dal 2014 membro dell’International Scientific Commission per il lancio di CSES il primo satellite cinese (in collaborazione con ASI) per lo studio dei precursori ionosferici dei terremoti.
Attività negli organi di governo dell’Ateneo
– Componente eletto del Consiglio di Amministrazione dell’Università di Basilicata per il quadriennio 1998-2001(in rappresentanza dei ricercatori)
– Delegato dal Rettore dal 2007 al 2009 a rappresentare l’Università di Basilicata nell’ambito del CINFAI (Consorzio Interuniversitario Nazionale per la Fisica delle Atmosfere e delle Idrosfere)
– Componente eletto nel Senato Accademico dell’Università di Basilicata (in rappresentanza dei professori e ricercatori dell’Ateneo)
– Membro nominato dal Rettore dal 2010 al 2013 del Comitato Pari Opportunità
– Membro e vice-presidente del Comitato Unico di Garanzia dell’Università di Basilicata dal Maggio 2013 (confermato nel 2016).