Professore Associato
Piero GRAGLIA
Milano
Area 14 – Scienze politiche e sociali
Care colleghe, cari colleghi,
vi scrivo per presentare la mia candidatura al Consiglio Universitario Nazionale per il rinnovo della componente professori associati per l’area 14.
Non sono un candidato che si presenta per rappresentare una singola componente dell’Area 14: sono membro della Società Italiana di Storia Internazionale, mi occupo di storia dell’integrazione europea, dell’evoluzione delle comunità europee; non sono né politologo né sociologo, pur frequentando da anni entrambi gli ambiti – per formazione e amicizia – e traendo da essi suggestioni e orientamenti importanti. Soprattutto però mi considero, e intendo essere, un candidato portatore di una “visione” dell’Università, convinzione che mi sono creata sul campo, poiché dal 2010 in poi ho animato con altri colleghi l’insieme delle iniziative della “Rete 29 Aprile” che volevano – e vogliono – far riflettere sul peso, e per certi versi sulla dannosità, della riforma c.d. “Gelmini”, quella legge 240/2010 che ha trasformato profondamente il nostro ambiente e finanche il nostro modo di lavorare e le nostre relazioni con i colleghi.
Quell’impegno non è cessato: i problemi non sono scomparsi come per magia dopo il 2010.
Dopo sette anni dall’approvazione della l. 240/2010, siamo in una fase di confronto fluido con le dinamiche del processo di riforma: il CUN ha negli anni passati saputo elaborare alcune proposte innovative e ha ottenuto modifiche del quadro normativo dell’Abilitazione Scientifica Nazionale (ASN), con l’introduzione di una procedura “a sportello” e l’eliminazione dell’obbligatorietà del commissario OCSE (un omaggio a un certo provincialismo d’accatto, che rientra comunque dalla finestra con le «cattedre Natta», con il presidente della Commissione obbligatoriamente straniero). L’ASN, soprattutto nella sua prima fase di applicazione, presentava non pochi problemi e questo ha certamente favorito la comparsa di “soluzioni” approvate dopo un limitato confronto con il corpo docente e ricercatore; solo una forte rappresentanza all’interno del CUN può quindi aiutare a recuperare uno spazio di intervento nei processi normativi, continuando un lavoro di necessario stimolo e sensibilizzazione sull’importanza della nostra istituzione e per operare concretamente al suo miglioramento senza stravolgimenti improvvisati né profluvi di burocrazia che stravolgono la nostra attività.
I problemi di fronte ai quali la riforma della 240 ci ha posto si sommano a quelli ereditati dal passato, in un contesto nel quale ampi settori delle Scienze Politiche e Sociali e delle Scienze Umanistiche hanno mostrato di essere stati tra quelli maggiormente colpiti da processi di “razionalizzazione” e di riorganizzazione delle linee di finanziamento alla ricerca scientifica e dell’offerta formativa. Il grave problema del reclutamento, della formazione alla ricerca, della precarizzazione del lavoro intellettuale, la condizione dei colleghi ricercatori posti a esaurimento, la recente “novità” delle cattedre Natta e il dinamismo immobile dell’ANVUR sono tutti tasselli di un mosaico che dobbiamo contribuire a ri-disegnare e a modificare in quelle parti che umiliano il pluralismo culturale e scientifico delle nostre università.
Ponendomi perfettamente in continuità con il valore della collaborazione costante tra i rappresentanti dell’area 14 e apprestandomi all’ascolto delle Società scientifiche che animano l’ampio settore delle Scienze Politiche e Sociali, vorrei contribuire al consolidamento della nostra area e al dialogo tra le sue diverse anime, nella consapevolezza della responsabilità dell’impegno ma soprattutto garantendo costanza e puntualità nell’informazione, anche «on demand», sui processi di confronto tra l’organo rappresentativo e il decisore politico.
Vi ringrazio per l’attenzione e il consenso che mi vorrete dare e vi invio un caloroso saluto.
Piero Graglia
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