La Rete29Aprile lo sostiene dal 2010: la legge 240, innovando in questo campo, prevede una procedura disciplinare squilibrata, in cui i Rettori hanno la potestà delle azioni disciplinari, nominano i “giudici” e presiedono l’organo che irroga le sanzioni. In queste condizioni non c’è garanzia di imparzialità e la minaccia di azioni disciplinari sta sempre più diventando una leva “di governo”.
Ora anche il CUN, in recentissima raccomandazione, sostiene che “debba essere garantita l’imparzialità di chi giudica, da intendersi come assoluta estraneità e neutralità rispetto agli interessi in causa”.
Per questo “auspica fortemente che la competenza a valutare la fondatezza delle azioni disciplinari promosse dagli Atenei sia attribuita a un unico Organo nazionale, che assicuri la necessaria imparzialità dei giudizi e uniformità dei criteri di valutazione e di imputazione delle sanzioni disciplinari.”
Organo, aggiungiamo noi, che sarebbe bene fosse democraticamente rappresentativo (come nella fase pre-240, quando i giudizi disciplinari spettavano al CUN, organo di rappresentanza democratica).
La raccomandazione completa si trova a QUESTO LINK.