Anche su forte spinta dei colleghi ricercatori della Rete29Aprile il Consiglio Nazionale ha inteso esprimere pubblicamente una serie di osservazioni in merito alla VQR, che sottolineano i rischi di facili e demagogiche graduatorie tout court.

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http://www.cun.it/media/121107/dichiarazione_cun_vqr_16luglio2013.pdf

La presentazione dei dati della VQR segna un punto di svolta nella cultura della valutazione e per un diverso accreditamento dell’Università nell’opinione pubblica.

Il Consiglio Universitario Nazionale, quale organo di rappresentanza del sistema universitario, dichiara:

1) La valutazione è un imperativo assoluto per l’Università italiana. Per consolidarla occorre far sì che l’obbligo di trasparenza e comunicazione dei dati raccolti diventi un’occasione di crescita del sistema e non un processo che ne favorisca divisioni, rivalità immotivate o logiche punitive.

2) Il dato di partenza dell’importante occasione di oggi, prontamente e correttamente rilevato dal Ministro, è che la quasi totalità del mondo della ricerca ha collaborato col massimo dell’impegno. Da oggi nessuno potrà più dire che l’Università non vuole essere valutata.

3) Occorre richiamare tutti a una grande cautela nella presentazione e nell’utilizzo dei dati, che eviti la tentazione dello scoop e della semplificazione. Una valutazione rigorosa implica innanzitutto la capacità di fare e pubblicare confronti omogenei, senza centrare l’analisi su dati ad effetto. La valutazione deve essere uno strumento non “di” governo ma “per” il governo, qualcosa che non sostituisca le scelte, ma aiuti le sedi istituzionali a scegliere per il meglio. La logica delle pagelle è la strada sbagliata.

Il CUN pertanto ribadisce quanto già dichiarato in passato: valutazione e non classifiche. Rating non ranking.