Ricercatore
Alessandro ARIENZO
Napoli, Federico II
Area 14 – Scienze politiche e sociali
Care colleghe, cari colleghi,
Insieme a tantissimi di voi ho cercato di svolgere un ruolo critico e di opposizione alle politiche degli ultimi governi sull’Università, ma anche di proposta politica perché nell’Università esistono idee e programmi alternativi a quanto è stato fatto fino ad oggi. Un impegno svolto nei movimenti universitari, negli incontri politici e sindacali che mi hanno visto coinvolto, così come negli incontri tecnici o nei dibattiti pubblici cui a diverso titolo ho partecipato. Il mio impegno al CUN non potrà che essere il proseguimento di quanto fatto in questi anni.
Il CUN è l’organo elettivo di rappresentanza del sistema universitario e pur nel contesto di una sostanziale riduzione del suo ruolo nella “nuova governance universitaria”, ha svolto un ruolo importante sia sul piano “tecnico”, attraverso i suoi pareri, sia su quello “politico” attraverso le sue mozioni. Nonostante i suoi limiti di impianto, credo che sia prioritario tutelarne la funzione nel sistema dell’autonomia universitaria. In particolar modo, il Consiglio deve rimanere un interlocutore credibile e competente del Ministero, anche in vista di un necessario chiarimento dei rapporti e delle rispettive competenze con l’Anvur.
Infatti, più ancora di quanto abbiamo vissuto con le procedure di abilitazione, l’avvio del processo di “Autovalutazione, Valutazione periodica e Accreditamento” (AVA) da parte dell’Anvur, insieme con la progressiva riduzione dei finanziamenti, degli organici e delle strutture, rischia di portare a compimento di quel progetto di costruzione di una università a due velocità che da tempo denunciamo. Per contrastare queste derive il CUN non deve essere inteso esclusivamente come un organo “tecnico”, ma come un luogo di rappresentazione viva dell’università italiana. In tal senso, il Consiglio deve contrastare con determinazione il processo di ridimensionamento del sistema universitario pubblico: un processo avviato con la legge 133/2008 e ribadito dalla conferma dei “tagli” per il prossimo anno implicati dalla Legge di Stabilità da poco approvata.
Il CUN dovrà quindi avere una attenzione specifica sul tema del precariato che è da tempo ormai questione strutturale e che non può essere limitata alle sole figure dei ricercatori a tempo determinato. Organo della rappresentanza universitaria, in realtà nel Cun una parte ampia di ricercatori e di docenti non hanno ancora espressione. Per quanto mi sarà possibile, il mio impegno è quello di garantire una costante attenzione sui problemi del precariato e dei ricercatori attualmente a esaurimento che costituiscono le fasce più deboli, con gli studenti, del sistema universitario.
Su temi più specifici, e altrettanto determinanti, negli ultimi mesi il CUN ha ribadito la necessità di una razionalizzazione di un una legislazione universitaria divenuta ormai ipertrofica. Il Consiglio ha le competenze e l’autorevolezza per delineare i tratti di un effettivo processo di sistematizzazione normativa e regolamentare da sottoporre al MIUR.
Il CUN dovrà anche svolgere un attento monitoraggio dei molteplici regolamenti, oltre a quello didattico, che gli Atenei stanno approvando – ad esempio in materia di valutazione e premialità dei docenti – che rischiano di frammentare il sistema nazionale universitario. Il CUN dovrà anche avviare una attenta valutazione degli esiti dell’attuazione della legge 240/2010 relativamente al governo degli atenei. Esso dovrà continuare a valutare e monitorare la riorganizzazione dell’offerta formativa degli Atenei, pregiudicata dalle riduzioni di organico e dai tagli.
Infine, ritengo sia necessario ed urgente tentare di riportare al CUN la competenza sui procedimenti disciplinari demandati dalla l.240/2010 ai singoli atenei a detrimento della terzietà ed imparzialità dei procedimenti.
Nel contesto di una drastica riduzione dei finanziamenti e degli organici dei nostri atenei, ampi settori delle Scienze Politiche e Sociali e delle Scienze Umanistiche rischiano di essere tra quelli maggiormente colpiti da processi di “razionalizzazione” e di riorganizzazione delle linee di finanziamento alla ricerca scientifica e dell’offerta formativa. I rappresentanti dell’Area 14 devono continuare in modo unanime a contrastare ogni processo di riduzione del pluralismo scientifico e culturale dei nostri Atenei. Ritengo a tal fine necessario proseguire e incrementare il capillare e pregevole lavoro di informazione svolto dai colleghi rappresentanti al CUN anche dotandoci, in analogia da quanto fatto da colleghi di altre aree, un piccolo e specifico sito dedicato ai lavori dell’assemblea del Consiglio relativi all’area 14.{jcomments on}