Ricercatrice
Alessia MARIOTTI
Bologna
Area 11 – Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche
Cara collega, caro collega,
dal 21 al 29 gennaio 2013 si svolgeranno le elezioni per il parziale rinnovo del Consiglio Universitario Nazionale, unico organo elettivo e rappresentativo dell’intero sistema universitario per il quale ho deciso di candidarmi quale rappresentante dei ricercatori per l’area 11.Nonostante i diversi tentativi di limitarne sia le funzioni che la rappresentatività (dalla legge 240 alle“attribuzioni” all’ANVUR), il CUN resta un presidio di democrazia che ha almeno in parte garantito un margine di tutela del sistema accademico e di argine alle volontà di ridimensionamento dell’università pubblica.Il CUN formula pareri e proposte al Ministero sulla programmazione universitaria, sui finanziamenti governativi, sugli ordinamenti didattici, sui passaggi di settore, ma soprattutto deve per legge dire la sua su tutti gli atti che riguardano il sistema universitario e che hanno quindi un impatto diretto sulla qualità della nostra vita lavorativa.Negli ultimi convulsi anni di “riforma” del sistema universitario è stato il solo organo istituzionale che,anche grazie al costante lavoro dei nostri colleghi ricercatori, abbia cercato di porre un freno alle storture e insensatezze delle scelte ministeriali di cui abbiamo subito e subiremo le conseguenze –dall’ANVUR, alla VQR, dalla ASN, alla fantasiosa classificazione delle riviste, alle procedure AVA –fino a esprimersi all’unanimità a favore dell’introduzione del ruolo unico della docenza universitaria.È ormai da lungo tempo evidente la politica di downsizing del sistema universitario nazionale, come testimoniano il recente ulteriore taglio al fondo di finanziamento ordinario (che ora, grazie alla legge240, è inferiore al totale delle retribuzioni del personale universitario), e la drastica riduzione dei fondi di ricerca (con i PRIN che passano dai 108 milioni dello scorso anno ai 37 di quest’anno). Questa è la strada che ridurrà ancora la competitività del Paese nel quadro internazionale.In questo contesto di estrema difficoltà, la maggioranza dei ricercatori italiani ha dimostrato negli ultimi anni di essere in grado di riflettere, agire ed interagire dentro e fuori gli atenei con indipendenza e autonomia di pensiero e grande volontà di spendersi, non per spirito corporativo, ma per l’interesse generale e sulla base di una visione diversa di università pubblica, libera e aperta.
Per evitare che anche questo spazio venga compresso, con l’intenzione di dare continuità a quanto fatto finora dai nostri rappresentanti al CUN e su invito di alcuni colleghi di diverse sedi e settori disciplinari dell’area 11, ho deciso di candidarmi alle prossime elezioni per la fascia dei ricercatori. Negli ultimi due anni ho partecipato attivamente nel mio Ateneo al lavoro di confronto, coordinamento e discussione che i ricercatori hanno avviato in risposta alla riforma universitaria, sia nelle sue forme spontanee che come rappresentante dei ricercatori del Polo Scientifico e Didattico di Rimini dell’Università di Bologna, ed ho potuto misurare quanto sia importante farsi portatori delle istanze edare voce al punto di vista delle ricercatrici e dei ricercatori, di chi svolge gran parte delle attività universitarie senza averne il giusto riconoscimento. Ritengo che ci possa essere lo spazio per una candidatura dal basso, che tenga presente gli interessi della comunità scientifica nel suo complesso, ma che sia libera dai condizionamenti e dai patti di ferro delle società e associazioni scientifiche. All’interno dell’area 11 invece, diverse società hanno da tempo costituito un cartello che propone esplicitamente nei fatti, nelle parole dei presidenti delle associazioni,nei programmi e nelle candidature di colleghi (consapevoli o meno di esserlo) “di fiducia” una evidente volontà di controllo dall’alto. In particolare si parla di una “maggior collaborazione” tra CUN eANVUR, come se l’Agenzia fosse immune da responsabilità nei “disagi” che hanno colpito e colpiscono le università italiane nell’ultimo periodo. A mio parere il CUN, organo rappresentativo democraticamente eletto, deve invece mantenere quanto più possibile indipendenza di visioni e di operato.
Sono convinta che i ricercatori abbiano avuto in questi anni, considerata la situazione generale ed il succedersi degli eventi, un atteggiamento di grande dignità e responsabilità, encomiabilmente costruttivo, di confronto aperto e critico e che su questa linea si debba continuare a ragionare e lavorare in futuro, senza perdere però di vista la necessità di non arretrare rispetto ad alcuni punti fermi, in particolare quello della pari dignità. Ritengo che il ruolo di un consigliere sia anche quello di garantire un passaggio trasparente delle informazioni da e verso i colleghi, favorendo un dibattito quanto più possibile aperto e democratico sulle tematiche che riguardano la comunità accademica e in particolare le discipline umanistiche nel loro complesso, al di là delle priorità delle singole aggregazioni disciplinari. Le scelte governative delle ultime legislature non hanno investito sull’Università per cambiare il paese,per accrescerne la cultura, per diffondere un’idea di cittadinanza e di collettività. Al contrario è stato avviato un processo di progressiva delegittimazione dell’Università Pubblica, organico a un più generale smantellamento dell’Istruzione Pubblica a tutti i suoi livelli. Nei prossimi anni l’applicazione completa della riforma universitaria porterà “a regime” – se non interverranno profondi e auspicati cambiamenti – una serie di criticità che colpiranno in particolare le fasce più deboli, quelle dei ricercatori e dei precari, sulle cui garanzie di inserimento nel medio periodo in alcune sedi si è già cercato di agire, ma su cui occorre, oltre a posizioni ferme e di pressione nei confronti del Ministero, una visione complessiva e di lungo periodo e un disegno organico, che preveda la ripresa delle assunzioni e delle progressioni di carriera, il riavvio del finanziamento della ricerca e l’introduzione del ruolo unico portando il corpo docente dell’Università italiana a una condizione analoga a quella dei Paesi avanzati. Sono ricercatrice nella sede di Rimini dell’Università di Bologna, collaboro con diverse istituzioni straniere, vivo con la mia famiglia in una città lontana dalla mia sede di lavoro e ho quindi ben chiaro cosa significherebbe la partecipazione al Consiglio Universitario. Tuttavia credo che in questa fase ci sia bisogno di persone che, come i ricercatori consiglieri uscenti e quelli eletti due anni fa, abbiano come riferimento non gli interessi di singole discipline, ma il futuro dell’Università all’interno del sistema Paese. Vi chiedo quindi di sostenere la mia candidatura a consigliere per l’area 11, ruolo che in caso di elezione mi impegno fin da ora a ricoprire con lo stesso spirito che ha caratterizzato la generosità intellettuale e morale della parte migliore dei ricercatori italiani negli ultimi anni.
Con i miei più cordiali saluti
Alessia Mariotti
Ricercatore confermato M-GGR/02
Dipartimento di Scienze per la Qualità della Vita Scuola di Economia, management e StatisticaUniversità di Bologna, sede di Rimini
alessia.mariotti@unibo.it
http://www.unibo.it/docenti/alessia.mariotti