I ricercatori non stanno scioperando, stanno applicando regole disattese da anni
In relazione alla nota della Commissione Garanzia Sciopero del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca inviata ai rettori il 4 ottobre 2010 e resa nota il 6 ottobre 2010 con comunicato stampa, avente per oggetto le modalità della protesta negli atenei, la Rete29Aprile sottolinea che la protesta dei ricercatori si esprime ormai da tempo con la indisponibilità a svolgere compiti didattici NON obbligatori e non previsti dalle mansioni definite dalla legge. Non esiste pertanto una normativa che possa obbligare i ricercatori a fare quanto non è di loro competenza. I ricercatori hanno cercato per tempo di avvertire i nuclei di valutazione dei loro atenei, affinché si desse il via solo a quei corsi realmente sostenibili ai sensi delle norme vigenti, ma non sono stati ascoltati.
Le conseguenze di questa indisponibilità (NON un’astensione né, tantomeno, uno sciopero) sull’offerta didattica degli atenei, cadono unicamente sulle irresponsabili scelte attuate dai governi in materia di Università e in gestioni spesso non oculate delle politiche di conduzione dei singoli atenei. Tali scelte sono oggi ulteriormente e pesantemente aggravate dalla inopportuna scelta del governo – sordo a qualunque dialogo che non sia pura apparenza – di forzare i tempi per l’approvazione di un disegno di legge dannoso per l’Università e per il futuro del Paese, un disegno di legge a costo zero che contiene centinaia di deleghe in bianco al governo. Tutto questo mentre lo stesso governo taglierà, nel 2011, 1.3 miliardi di euro di risorse, non coprendo neppure il costo totale degli stipendi.
I ricercatori della Rete29Aprile ribadiscono quindi con forza la piena legittimità della propria azione di protesta a salvaguardia del futuro dell’Università, del sistema della ricerca pubblica e, quindi, del futuro del Paese.