Il Consiglio della Facoltà di Psicologia dell’Università di Padova esprime un radicale dissenso nei confronti della linea di politica universitaria finora assunta dal MIUR, che si è manifestata nella riduzione del fondo di finanziamento ordinario, nei vincoli incredibili imposti al turn-over, che ostacolano gravemente il ricambio generazionale della docenza universitaria, nella mancata definizione delle procedure concorsuali (la legge 230 del 2005 è tuttora priva dei decreti attuativi), nei praticamente nulli finanziamenti della ricerca. Il dissenso riguarda, ovviamente, anche la disposizione discriminatoria e iniqua ai danni delle giuste aspettative di carriera dei ricercatori a
tempo indeterminato, contenuta nel disegno di legge 1905. La Facoltà ritiene che tale disegno, una volta approvato, non risolverebbe alcuno dei problemi dell’università, ma anzi favorirebbe l’accelerazione del degrado del sistema universitario pubblico.
Pertanto, per l’a.a. 2010-2011 i professori della Facoltà abbandonano l’atteggiamento di disponibilità fino ad ora dimostrato e si attengono al carico di insegnamento a suo tempo deciso dall’Ateneo, o a quanto richiesto per legge, senza sostituire i ricercatori, a cui spetterà, a termini di legge, la didattica di supporto. La Facoltà si vede pertanto costretta a un drastico ridimensionamento dell’offerta formativa rispetto agli anni precedenti. Inoltre, docenti e ricercatori si riservano di individuare e mettere in atto forme di protesta che rendano più visibili le difficoltà determinate dal disegno di legge. La Facoltà si rende conto del disagio che la protesta comporta per gli studenti e le famiglie, ma ritiene che gli attuali e futuri interventi governativi, chiaramente ispirati dalla volontà politica di tagliare indiscriminatamente le risorse senza alcuna prospettiva di potenziamento futuro del sistema universitario pubblico debbano essere contrastati e che la protesta non debba essere messa a tacere o nascosta, ma resa pubblica. La Facoltà, infine, sollecita il Rettore e gli Organi Accademici dell’Università di Padova a farsi parte attiva presso la CRUI e il Ministero non solo per sostenere la protesta dei ricercatori, ma soprattutto per sollecitare una politica universitaria che
contribuisca a razionalizzare il sistema universitario senza deprimerlo e a svilupparne le potenzialità per la ricerca e la didattica. Questo può essere ottenuto solo attraverso il ritiro della proposta di legge o una sua radicale revisione.