Assemblea dell’Università per Stranieri di Siena, 12 luglio 2010
L’Assemblea della comunità dell’Università per Stranieri di Siena si è riunita il 12 luglio alle ore 15.00 presso l’Aula Magna dell’Ateneo per discutere dello stato in cui si trova il sistema universitario italiano (e l’Ateneo al suo interno) in conseguenza delle manovre finanziarie reiterate negli ultimi anni ed in particolare di quella attualmente in discussione, della non soluzione di problemi rilevanti che si trascinano da decenni, nonché delle implicazioni negative derivanti dal ddl 1905 “Norme in materia di organizzazione delle Università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l’efficienza del sistema universitario”.
L’Assemblea ha fatto seguito alla riunione del Consiglio Accademico dell’Ateneo, tenutasi lo stesso giorno alle ore 10.00, dalla quale è scaturito un documento portato in discussione in Assemblea.
Dopo lungo e articolato dibattito, l’Assemblea concorda sulla seguente dichiarazione, dei cui contenuti si fa interprete il Rettore presso la CRUI, il CUN e le Istituzioni centrali e locali.
L’Assemblea concorda sull’esigenza di una riforma generale del sistema universitario, nella sua identità fondata sull’inscindibile legame fra lo sviluppo della conoscenza (ricerca) e la diffusione dei suoi risultati (didattica).
Concorda con l’intento di promuovere entro il sistema universitario i processi di internazionalizzazione, con particolare riferimento all’integrazione entro il quadro europeo dell’istruzione superiore e nell’intento di valorizzare il confronto con le esperienze straniere.
Concorda, altresì, con la necessità di una gestione rigorosa delle risorse, mirando al loro utilizzo primario indirizzato al raggiungimento della missione fondamentale dell’Università. Entro tale quadro l’Assemblea individua nella costante valutazione dei processi e dei risultati lo strumento essenziale per l’allocazione delle risorse agli Atenei secondo parametri trasparenti, secondo le specificità degli Atenei, che esaltino i risultati, la capacità di innovazione, la qualità.
Concorda con la necessità di attivare processi di reclutamento sistematici, trasparenti, fondati sul merito, che rischiano di diventare virtuali se non sostenuti da adeguate risorse.
Concorda, infine, sulla necessità di un governo delle Istituzioni universitarie che garantisca l’effettiva autonomia, esente da sprechi, da istanze autoreferenziali, da clientelismi e da ogni altro tipo di interferenza che limiti la libertà di ricerca e di didattica fondate sull’assunzione di responsabilità verso la società civile.
L’Assemblea ritiene molto grave che anche la riforma delineata dal ddl 1905 si fondi sulla riduzione delle risorse al sistema universitario, sul blocco del turn over, sulla progressiva dismissione dell’Università pubblica.
L’Assemblea denuncia il disegno complessivo attuato nei confronti dell’intero sistema della formazione, mirante a restringere fortemente le possibilità di accesso della popolazione all’istruzione di base, intermedia e superiore.
L’Assemblea denuncia lo strozzamento attuato nei confronti dell’Università mediante la riduzione sostanziale e progressiva delle risorse destinate alla ricerca, alla didattica, l’impossibilità dell’inserimento dei giovani meritevoli nelle attività di ricerca e di docenza. Ciò avviene in controtendenza con quanto messo in atto dai principali Paesi stranieri, che, proprio per superare la crisi economico-finanziaria globale, hanno aumentato gli investimenti nella ricerca e nella formazione.
L’Assemblea denuncia che l’intero comparto universitario si vede sempre più costretto a sostenere i sacrifici imposti da una manovra che, senza alcuna sicurezza di successo, mira a scaricare sul personale del pubblico impiego, e perciò anche su quello universitario, i costi di una crisi dovuta all’incapacità e alla non volontà dei Governi di controllare e ribattere le istanze speculative nazionali e internazionali.
L’Assemblea ritiene assolutamente necessario superare lo stato di precariato permanente alimentato necessariamente per poter mantenere livelli accettabili di qualità della ricerca e della didattica.
L’Assemblea denuncia il progetto di scardinamento della figura del ricercatore a tempo indeterminato e la sua sostituzione con figure rese puramente virtuali dalla mancanza di risorse attribuite per l’inserimento dei giovani nei settori della ricerca e della docenza.
L’Assemblea dichiara che sarà molto difficile, se non impossibile, anche per una Università ‘virtuosa’ come la Stranieri di Siena, promuovere i processi di internazionalizzazione, sostenere la presenza degli studenti all’estero (visti anche i considerevoli tagli che la manovra riserva alle Regioni; tra queste, la Toscana si è finora distinta per il forte appoggio a tali iniziative), rispondere alle sempre crescenti esigenze che derivano da una società dove il contatto fra le persone con identità differenti sollecita interventi di ricerca e di formazione complessi
L’Assemblea, nel perdurare dell’attuale situazione, ritiene pressoché impossibile dare inizio regolarmente al prossimo anno accademico, stanti le legittime agitazioni dei ricercatori, l’impossibilità da parte dei professori ad assumersi ulteriori carichi didattici e gestionali, la riduzione delle risorse che va a colpire innanzitutto gli studenti e il loro diritto allo studio.
L’Assemblea ritiene punti fondamentali:
- l’assegnazione di risorse adeguate al pagamento degli stipendi di tutte le fasce del personale, senza che questa voce vada a interferire con le risorse da destinare per la promozione della ricerca e della didattica;
- la ripresa di processi di reclutamento che garantiscano il riconoscimento delle competenze e del merito a chi già opera entro gli Atenei e l’accesso di nuove leve dall’esterno, soprattutto con una procedura di tenure track che sia realmente sostenuta da risorse e che, attraverso trasparenti meccanismi di valutazione delle competenze e di riconoscimento del merito, consenta il superamento del precariato fra il personale di ricerca, docente, tecnico ed amministrativo;
- l’abolizione dei limiti ai punti organico resi disponibili dal turn over e la loro utilizzazione in piena autonomia e responsabilità da parte degli Atenei;
- l’istituzione di un ruolo unico docente con gradualità di livelli e scorrimenti percorribili mediante verifiche del merito;
- il riconoscimento delle responsabilità gestionali che in misura sempre maggiore sono andate e andranno a gravare sul personale tecnico-amministrativo;
- la possibilità di forme di governo adeguate alle specificità dei singoli Atenei in relazione alla loro storia, alla loro missione, alle condizioni contestuali in cui operano.